Voyages en français

MiroirsLangue, cultures et territoires

Du Nord au Sud, d’Est en Ouest, d’une région à l’autre, on change d’accent, de langue, on parle autrement et les mots n’ont pas toujours le même sens ! Tendons l’oreille, soyons attentif à qui parle et d’où il parle, pour mieux reconnaître ces précieuses différences !

Tapez un mot pour en connaître le sens :

I dialetti in Italia

L’Italia ha un’unica lingua ufficiale, l’italiano, che è peraltro lingua ufficiale anche dello Stato del Vaticano, della Repubblica di San Marino, e del Canton Ticino svizzero.

Clicca sull’immagine per visualizzare la cartina
Inoltre, è seconda lingua ufficiale in Croazia, nella vicina regione d’Istria, e in Slovenia.
In Italia, tuttavia, esistono un gran numero di lingue e dialetti locali che si sono indipendentemente sviluppati dalla comune origine latina. La stessa lingua italiana, del resto, deriva dalla variante del dialetto fiorentino del 1300, che i grandi padri della letteratura italiana (Dante, Boccaccio, Petrarca) hanno contribuito a diffondere.
Mentre le lingue che si parlano in Italia sono relativamente poche (si trovano tracce di lingua croata, albanese, catalana, slovena e greca al Sud, oltre che il francese e il tedesco della regione occidentale), i dialetti in Italia sono molto numerosi : essi si possono classificare in alcuni gruppi, a seconda delle caratteristiche e peculiarità che li accomunano.

Dialetti settentrionali (nelle tonalità di giallo, verde e rosso nella cartina)
I dialetti settentrionali sono costituiti dai dialetti gallo-italici (parlati principalmente in Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna), dai dialetti veneti e dal dialetto istriano.
Tali dialetti hanno alcuni fenomeni fonetici comuni, come la resa meno forte delle consonanti doppie (dove, ad esempio, “pelle” verrà pronunciata con una sola “l”) o la pronuncia generalmente allargata della vocale “e” (come nei pronomi “me” o “te”).
Dialetti toscani (in blu nella cartina)

I dialetti toscani si suddividono a loro volta in centrali (fiorentino e senese), occidentali (pisano, lucchese, pistoiese e livornese), orientali (aretino-chianaiolo) e meridionali (amiatino).
Tali dialetti hanno una vocazione conservativa che ha mantenuto alcuni elementi del latino ; tuttavia, esistono alcune peculiarità tipiche di queste parlate, come la gorgia (cioè l’aspirazione di alcune consonanti come la “p”, la “t” e la “c”).

Dialetti centro-meridionali (nelle tonalità del viola nella cartina)
I dialetti centro-meridionali comprendono i dialetti dell’Italia mediana (ovvero quelli parlati nelle Marche, Umbria e Lazio), quelli meridionali intermedi (parlati in Abruzzo, Puglia, Molise, Campania e Lucania) e quelli meridionali estremi (parlati in Calabria, Puglia e Sicilia).

In queste varianti dialettali, si possono trovare alcuni caratteri comuni come la difficoltà a pronunciare il gruppo consonantico “gl” (come in “figlia”), derivante probabilmente dall’influenza della lingua spagnola nell’area, e la trasformazione della consonante “l” in “r” in alcune parole come “colpa”.

Fonti :

1. Coveri L., Bennucci A., Diadori P., "Le varietà dell’italiano. Manuale di sociolinguistica italiana", Bonacci, Roma, 2003

2. De Mauro T., Lodi M., "Lingua e dialetti", Editori Riuniti, Roma, 1993

Los idiomas en España

Source : Wikipédia

Para ampliar este mapa, pichar aquí

El castellano

Lo hablan todos los españoles. Por otro lado, en determinadas regiones el español coexiste con otros idiomas oficiales como el catalán, el valenciano, el vascuense y el gallego.

- El catalán (català) se habla en un territorio de 68.000 km² donde viven casi 11 millones de personas. De éstas, se estima que más de 7,5 millones son capaces de hablarla, mientras que la pueden entender cerca de 10 millones. El catalán no sólo se habla en Cataluña, en las Islas Baleares y en la Comunidad Valenciana (donde se denomina valenciano) sino también en Andorra, en la región de Perpiñan en Francia y en l’Alguer en Italia.

Para ver un mapa de los Països Catalans y leer un artículo sobre la llengua catalana consultar la página web de la Generalitat de Catalunya haciendo clic aquí.

Para ver la televisión catalana hacer clic aquí o escucharRadiocat en directo

- El euskera o vascuence (euskara) en el País Vasco y en el tercio norte de la Comunidad Foral de Navarra.
El euskera es la única lengua no indoeuropea de la península Ibérica y de Europa Occidental.

Para conocer el futuro de la política lingüística en el País Vasco, hacer clic aquí.

- El gallego (galego) se habla en Galicia.
Galicia Hoxe, un periódico digital en gallego.

- El aranés (variedad del occitano se habla en el Valle de Arán), es una lengua oficial en este valle y desde 2006 en toda Cataluña con el nuevo Estatuto de Autonomía.

Otras lenguas o dialectos

El resto de lenguas o dialectos hablados en España no gozan de reconocimiento legal y su uso es extremadamente reducido :

- El aragonés o fabla, en la zona de Huesca y Alto Aragón.

- El asturleonés en Asturias, León y Cantabria.

Dialectos del castellano

- El andaluz, hablado en la mayor parte de Andalucía

- Hablas canarias, que tomaron gran parte de las características del andaluz en su variante sevillana (seseo, aspiración de las eses finales, uso exclusivo de ustedes, etc.), debido al predominio de los andaluces entre los primeros conquistadores y pobladores peninsulares.

- El castúo, habla de tránsito con el leonés (o extremeño), en Extremadura.

Consultar un glosario en castúo o leer unas poesías en castúo.

I dialetti in Italia

Clicca sull’immagine per visualizzare la cartina
Inoltre, è seconda lingua ufficiale in Croazia, nella vicina regione d’Istria, e in Slovenia.
In Italia, tuttavia, esistono un gran numero di lingue e dialetti locali che si sono indipendentemente sviluppati dalla comune origine latina. La stessa lingua italiana, del resto, deriva dalla variante del dialetto fiorentino del 1300, che i grandi padri della letteratura italiana (Dante, Boccaccio, Petrarca) hanno contribuito a diffondere.
Mentre le lingue che si parlano in Italia sono relativamente poche (si trovano tracce di lingua croata, albanese, catalana, slovena e greca al Sud, oltre che il francese e il tedesco della regione occidentale), i dialetti in Italia sono molto numerosi : essi si possono classificare in alcuni gruppi, a seconda delle caratteristiche e peculiarità che li accomunano.

Dialetti settentrionali (nelle tonalità di giallo, verde e rosso nella cartina)
I dialetti settentrionali sono costituiti dai dialetti gallo-italici (parlati principalmente in Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna), dai dialetti veneti e dal dialetto istriano.
Tali dialetti hanno alcuni fenomeni fonetici comuni, come la resa meno forte delle consonanti doppie (dove, ad esempio, “pelle” verrà pronunciata con una sola “l”) o la pronuncia generalmente allargata della vocale “e” (come nei pronomi “me” o “te”).
Dialetti toscani (in blu nella cartina)

I dialetti toscani si suddividono a loro volta in centrali (fiorentino e senese), occidentali (pisano, lucchese, pistoiese e livornese), orientali (aretino-chianaiolo) e meridionali (amiatino).
Tali dialetti hanno una vocazione conservativa che ha mantenuto alcuni elementi del latino ; tuttavia, esistono alcune peculiarità tipiche di queste parlate, come la gorgia (cioè l’aspirazione di alcune consonanti come la “p”, la “t” e la “c”).

Dialetti centro-meridionali (nelle tonalità del viola nella cartina)
I dialetti centro-meridionali comprendono i dialetti dell’Italia mediana (ovvero quelli parlati nelle Marche, Umbria e Lazio), quelli meridionali intermedi (parlati in Abruzzo, Puglia, Molise, Campania e Lucania) e quelli meridionali estremi (parlati in Calabria, Puglia e Sicilia).

In queste varianti dialettali, si possono trovare alcuni caratteri comuni come la difficoltà a pronunciare il gruppo consonantico “gl” (come in “figlia”), derivante probabilmente dall’influenza della lingua spagnola nell’area, e la trasformazione della consonante “l” in “r” in alcune parole come “colpa”.

Fonti :

1. Coveri L., Bennucci A., Diadori P., "Le varietà dell’italiano. Manuale di sociolinguistica italiana", Bonacci, Roma, 2003

2. De Mauro T., Lodi M., "Lingua e dialetti", Editori Riuniti, Roma, 1993

Regional and national languages in the United Kingdom

Use of these languages is generally confined to the geographical areas historically associated with them. The Government in the UK has ratified the European Charter for Regional or Minority Languages in respect of all the languages mentioned above. There is therefore a general commitment on the part of national governments within the UK to both maintain and enhance the use of these languages.

Both Welsh and Scottish Gaelic enjoy some status in law and this guarantees their use in official documentation and education in Wales and Scotland respectively. In Wales, Welsh has equal status with English in all areas of public life while the Scottish Executive state “Gaelic is the only language of teaching (other than English) for which the Executive provides specific funding” (Scottish Executive n.d.). There are currently an estimated 54 state primary schools in Scotland which offer some form of Gaelic immersion education and one secondary school in Glasgow. In Wales the Government has committed themselves to providing Welsh medium education to all who choose it. This includes increasing provision for 16 to 18 year olds.

http://en.wikipedia.org/wiki/File:CallaghanSquareSignCardiffCaerdydd200507_CopyrightKaihsuTai.jpgWelsh is the largest regional language in terms of the number of people able to use it in some way with 20.8 per cent (582,368) of the population of Wales able to speak, read or write Welsh (Census 2001). This is followed by Scottish Gaelic with 1.3 per cent (65, 674) of the population of Scotland claiming to be able to speak, read or write Gaelic (Census 2001).

In Northern Ireland there are 75,125 people who can speak, read, write and understand Irish (Census 2001). The highest numbers of Irish speakers in Northern Ireland live in the greater Belfast area and around 4,000 children are being taught through the medium of Irish. The Minister for Education, Caitríona Ruane, said that her department “has a statutory duty to facilitate and encourage Irish medium education”.

In addition to Irish the Northern Irish Government has committed itself to the enhancement and development of Ulster-Scots, a local variety of Scots used mainly in rural areas. The Northern Ireland Life and Times Survey of 1999 estimated that 2 per cent (around 35,000) of the population of Northern Ireland speak Ulster-Scots. The Ulster-Scots Society put this at 100,000. The forthcoming Census of 2011 is expected to have a question aimed at ascertaining a more exact figure. The ratification of the European Charter means that both Irish and Ulster-Scots can be used in any official correspondence with Governmental bodies. However, it does not mean that Government employees are bound to reply in that language ! There are also estimated to be up to 2,000,000 Scots speakers in Scotland where the Government claims to be committed to “increasing awareness of the Scots language, literature and song” (2008).

 http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kernow_a%27gas_dynnergh_20050527.jpgThe Cornish language enjoys far less official recognition at a national level. The local council in Cornwall recognises it as an important heritage language and there are an increasing number of bilingual signs appearing in the area. Numbers of fluent speakers do not exceed 400 although this still represents an increase since 1971. In 2005 the MP for St Ives, Andrew George became the first MP to swear his allegiance to the Queen in Cornish. All MPs must do this in English but several have also chosen to do this in Welsh and Gaelic. Mr George’s use of Cornish gave the language much credibility as a regional language.

To find out more about the European Charter for Regional or Minority Languages visit : http://conventions.coe.int/Treaty/en/Summaries/Html/148.htm

To hear different national and regional languages and dialects in the UK, go to :
http://www.bl.uk/learning/langlit/sounds/

Sprachenvielfalt in Deutschland nimmt ab

Eine Million Menschen sprechen "Original-Kölsch"

Kölsch [1] ist um Karneval herum besonders beliebt. Dann sind überall Kölsche Karnevalslieder zu hören. Es ist aber auch sonst eine sehr lebendige Sprache, die nicht nur von einer Million Menschen gesprochen sondern auch von einer Akademie (Akademie för uns kölsche Sproch) gepflegt wird - es werden sogar Predigten auf Kölsch gehalten ! Trotzdem gibt es immer weniger Jugendliche, die Kölsch über die Karnevalslieder hinaus wirklich beherrschen.

BMP - 93.2 ko

Auch gefährdet : Ostfriesisch und Sorbisch

Viel schlimmer als ums Kölsch steht es um das Ost- und Nordfriesische, die ernsthaft ums Überleben fürchten müssen. Die UNESCO schätzt die Zahl der Menschen, die Ostfriesisch in seiner historischen Reinform sprechen, auf 1.000. Auch um das im Spreewald und in der Lausitz gesprochene Sorbisch stehe es nicht besser : Es werde noch von knapp 20.000 Menschen benutzt.
Zu den 13 gefährdeten Regionalsprachen in Deutschland zählen laut UNESCO Alemannisch, Bairisch, Jütländisch, Jiddisch, Limburgisch-Ripuarisch, Luxemburgisch, Niedersächsisch, Ostfränkisch, Rheinfränkisch, Romani, Saterfriesisch, Sorbisch und Nordfriesisch.

19 commentaire(s) Commenter cet article

Qui êtes-vous ?
Votre message
  • Pour créer des paragraphes, laissez simplement des lignes vides.

Ajouter un document
Commentaire audio
  • Attendez la fin du téléchargement de votre commentaire audio puis n’oubliez surtout pas de le sauvegarder avant de lancer la prévisualisation, sinon votre enregistrement sera perdu.

    Pour voir cette partie de la page, assurez-vous d'avoir le player flash dans sa version 11.1.0 ou supérieur...

Inscrivez-vous sur le site pour vous abonner à ce fil de discussion et recevoir les réponses à votre commentaire : s'inscrire.

  • Les langues régionales en France 25 juillet 2015 16:04, par Marie

    Je suis allée à Vielha, quand on voit que ce pays est officiellement trilingue c’est impressionnant.

  • Les langues régionales en France 6 juillet 2015 15:46, par Tor

    A mon avis c’es absolument vital que nous apprenons les langues at leurs variantes orthographiques, régionales etc. Je suis contre l’idee qui existe en Angleterre que parlant une autre langue, n’est pas important ! C’est très malheurs que beaucoup des enfants ici ne sachent pas une langue autre d’Anglais jusqu’ils ont onze ans.

  • Les langues régionales en Espagne 28 mars 2015 01:04, par Veronica

    Je suis d’accord avec Jorge, nous vivons dans une ère de globalisation et c’est vraiment important de parler les principales langues utilisées dans le monde, spécialement maintenant pour avoir un meilleur travail et plus d’opportunités en dehors de votre région.

    Toutefois, dans le même temps, je pense que langues régionales sont essentielles. En Espagne, nous avons plusieurs langues régionales (le Basque, le Catalan, le Galicienne…) qui font partie de notre identité nationale. Ces langues régionales sont implicites dans chaque personne et une partie de chaque région et sa culture qui impliquait des arts, l’architecture, la cuisine ... Je pense que nous ne devons jamais perdre notre identité régionale bien que vivant dans un monde globalisé.

  • Les langues régionales en France 2 février 2015 21:33

    Oui, entièrement d´accord avec toi Elvira, il faut préserver les langues régionales d´autant plus qu´elles font partie de l´histoire du pays, ce serait donc dommage de les perdre !

  • Les langues régionales en France 28 janvier 2015 11:01, par Elvira García

    Il y a beaucoup de langues vernaculaires en Espagne comme en France, notamment le Catalan, le Valencien, le basque ...
    Je trouve que c’est important de les préserver car ils font partie de l’identité et l’histoire de chaque région.
    Je pense qu’il est très utile de les apprendre car il favorise le bilinguisme et l’apprentissage d’autres langues voisines avec une racine commune, ce qui facilite la comunication entre les européens.

  • Les langues régionales en France 16 novembre 2014 11:27, par Jorge Gimeno

    C’est vrai qu’on vive un âge de globalisation, et que les langues les plus utilisées dans les endroits internationales, comme l’anglais ou le française, peuvent être plus utiles que les langues régionales dans ces endroits, spécialement pour trouver un emploi. Cependant, ça peut nous mettre dans une homogénéisation globale, que finissait avec la richesse des visions et de cultures, et donc, peut devenir dans un appauvrissement intellectuel.
    C’est pour ça que je pense qu’on doit protéger les langues et cultures régionales.

  • Les langues régionales en France 1er novembre 2014 12:39, par Alix

    Merci Susana et Dora de vos deux interventions qui donnent matière à réflexion et envie d’en savoir plus :)
    Susana, si vous avez un petit moment, je serais très intéressée de connaître des mots ou expressions d’origne tainos. Et peut-être de vous entendre les dire ?(vous pouvez enregistrer votre voix sur ce forum !).

    Dora, vous dites ne pas être certaine qu’il soit important de préserver ces langues (certaines langues régionales de Grèce), même si l’on doit respecter ceux qui veulent les parler. Cela dit, si ces langues ne sont pas "utiles" d’un point de vue professionnel, n’ont-elles pas malgré tout une valeur culturelle qu’il faut préserver ? On parle de patrimoine culturel "vivant", qu’en pensez-vous ? Enfin, ne doit-on apprendre que ce qui est utile ? Ne peut-on pas faire les deux ? C’est un vaste débat !
    A très bientôt !

  • Les langues régionales en Republique Dominicaine 28 octobre 2014 14:07, par Susana Sharp

    La République Dominicaine est un pays qui a été formé par la diversité de la conquête et la colonisation.
    Aujourd’hui nous sommes une nation née du mélange, ou l’on parle l’espagnol (celui-ci étant différent a l’espagnol de l’Espagne).
    Voici une évolution de la langue espagnole.
    L’influence des tainos (natifs d’Hispaniola et Arawaks) ainsi que l’influence de Christophe Colomb nous a laissé une nouvelle identité. Un espagnol tout a fait différent c’est développé, en utilisant des paroles natives et transformées.
    Contrairement a Haïti, nous n’avons pas de dialectes.

  • Les langues régionales en grèce 18 juin 2014 13:39, par dora

    En grèce il y a aussi des langues régionales. Par exemple au nord de grèce à la région de Macédonie ils parlent dans quelques villages la langue ‘’sarakatsanika’’, une variation avec les phrases particulaires. Ensuite au centre de grèce il y a des villages qui se trouvent près de la chaîne des montagnes ‘’ Pindos’’ qui parlent aussi avec les idiomes ‘’vlaxika’’. Enfin dans l’île de Crète les citoyens parlent une langue très particulaire avec un accent fort et ils utilisent des idiomes qui les autres ne peuvent pas souvent comprendre.
    Pour ma part je pense que la patrimoine de mon pays consiste de nombreuse choses et qu’on reconnait notre culture par sa histoire et par les œuvres de l’art. Je ne suis pas sûre qu’on doive préserver cettes langues. Certes on peut respecter ces qui veulent les parler mais je trouve qu’ il est plus nécessaire d’apprendre les langues étrangers afin d’avoir une qualité pour le travail.

  • Les langues régionales en France 7 décembre 2013 11:52, par Audrey

    Bonjour Jug,
    Oui, effectivement on dit : on n’est pas rendu, quand l’objectif est long à atteindre, ce peut-être un itinéraire en voiture ou encore un travail à faire ou bien quand on explique quelque chose à quelqu’un et qu’il ne le comprend pas. Bref, de nombreux mots de patois s’utilisent dans la région, comme un drôle pour dire un enfant, une cagouille pour dire un escargot ou encore tantôt pour cet après-midi et bien d’autres !
    Parler en patois se fait beaucoup dans les zones rurales de la région. Ce sont généralement les personnes âgées qui l’utilisent, mais certains jeunes l’utilisent aussi comme signe de ralliement à la culture saintongeaise.

    Il existe même une BD de Tintin " l’île noire" qui vient de sortir en patois charentais ( ou saintongeais) :
    http://fr.tintin.com/news/index/rub/0/id/4030/0/nouvel-album-de-tintin-en-saintongeais

    Voici aussi un mini glossaire du patois charentais : http://www.xaintonge.fr/index.php?option=com_content&view=article&id=68&Itemid=78